Perché un sito di approfondimento sulla psicologia?

Perché un sito di approfondimento sulla psicologia?

C’era bisogno di un altro, ennesimo, sito di informazione e approfondimento in psicologia? Un altro sito con lunghe liste di sintomi e nozioni su nevrosi e psicopatologie varie? Purtroppo sì, ma fatto in modo diverso. Per tanti motivi. Vediamoli.

Innanzitutto, ‘stare bene’ di testa, nel mondo di oggi, è sempre più complesso e fornire informazioni utili su queste tematiche risulta, quindi, fondamentale. Soprattutto a livello di prevenzione per i più giovani.

“Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il peso globale dei disturbi mentali continua a crescere con un conseguente impatto sulla salute e sui principali aspetti sociali, umani ed economici in tutti i Paesi del mondo.

I disturbi mentali, che comprendono i disturbi psicotici (come la schizofrenia, il disturbo schizofreniforme, il disturbo schizoaffettivo, il disturbo delirante), i disturbi dell’umore (come il disturbo bipolare I e la depressione maggiore), disturbi d’ansia, anoressia e bulimia nervose [secondo la American Psychiatric Association, sono la prima causa di morte per malattia mentale nei paesi occidentali], disturbi da abuso di sostanze e di alcol, costituiscono un importante problema di sanità pubblica. Si presentano infatti in tutte le classi d’età, sono associati a difficoltà nelle attività quotidiane, nel lavoro, nei rapporti interpersonali e familiari, e sono all’origine di elevati costi sociali ed economici per le persone colpite e per le loro famiglie.

L’Oms sottolinea, infatti, come la prevenzione e la promozione della salute mentale siano basate sulla consapevolezza e sulla comprensione dei segni premonitori e dei sintomi del disturbo mentale.

In particolare, considerando che secondo i dati Oms nel mondo il 10-20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali e che la metà di tutte le malattie mentali inizia all’età di 14 anni e tre quarti comincia entro i 25 anni, diventa fondamentale che sin da piccoli i ragazzi siano facilitati e sostenuti nella costruzione di abilità di vita (life skills) che possano aiutarli a far fronte alle sfide quotidiane.  Epicentro, Istituto Superiore di Sanità

Quanto stiamo male di ‘testa’?

La prevalenza annuale, rilevata nel 2019, dei disturbi mentali nella popolazione generale italiana è dell’8% circa (Ministero della Salute). A tale situazione va aggiunta la consapevolezza dei danni prodotti dall’emergenza pandemica sulla salute mentale di tutti. Non esistono ancora dati ufficiali, ma le prime stime ufficiali intravedono un aumento dell’incidenza dei sintomi depressivi depressione, soprattutto tra i più giovani, le donne e le persone in difficoltà economica. E questo non sorprende: in questi due anni, sono andati in crisi i pilastri di una buona salute mentale, basata sulle relazioni umane, sulla possibilità di partecipare alla vita sociale ed avere incontri significativi nel proprio contesto di vita, una stabilità economica, delle prospettive certe, ecc. 

Sono stati 18 lunghi mesi per tutti noi, specialmente per i bambini. Con i lockdown a livello nazionale e le restrizioni di movimento legate alla pandemia, i bambini hanno trascorso anni indelebili della loro vita lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle aule, dal gioco – elementi chiave dell’infanzia stessa”, ha dichiarato il direttore generale dell’UNICEF Henrietta Fore. “L’impatto è significativo, ed è solo la punta dell’iceberg. Anche prima della pandemia, troppi bambini erano gravati dal peso di problemi non affrontati di salute mentale. I governi stanno investendo troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali. Non viene data abbastanza importanza alla relazione tra la salute mentale e le conseguenze future sulla vita”.

Di fronte a questa emergenza nella popolazione, e alla conseguente emergenza nella salute mentale di tutte/i, le risposte sono poche e molto spesso inadeguate. Troppo povero di professionisti il settore pubblico delle Asl, con liste d’attesa infinite. “I Dipartimenti di Salute Mentale, nel 2019, prima della pandemia, erano in grado di rispondere correttamente a poco più del 55% del fabbisogno assistenziale stimato“. Spesso troppo caro, o inadeguato, il servizio di cura offerto nel settore privatoIn tutto questo, si può capire come il web è divenuto sempre più importante. Troppo importante. Alimentando un mondo social, legato ad algoritmi, che tendono sempre più ad alimentare (bolle cognitive e) forti chiusure in se stessi in persone che vivono un momento di fragilità emotiva.

La comunicazione è importante

I social sono strumenti in grado di amplificare i danni dei pregiudizi diffusi nel senso comune. Un senso comune legato ad una psicologia ingenua volta più a prescrivere comportamenti ritenuti giusti che a comprendere, a valutare più che per curare, a giustificare uno stato di cose più che cambiarlo. A questo si aggiunge un problema importante: il web è la prima fonte di informazione per chi cerca risposte ai propri problemi di salute. E la psicologia, sul web, può essere stravolta per motivi di marketing e/o per logiche di mercato.

L’utente online, la persona in difficoltà, che cerca informazioni in rete per affrontare un disturbo mentale, si trova di fronte a una miriade di ‘mappe’, potenzialmente utili, ma sempre esposte in conflitto l’una con l’altra. In conflitto, perché in competizione tra loro per catturare la tua attenzione e proporti un servizio a pagamento. O, a livello più istituzionale, in competizione con altri approcci o filoni di ricerca per ricevere maggiori finanziamenti.

La psicologia è una ‘scienza’ giovane, una disciplina attraversata da idee, metodologie, visioni del mondo molto diverse tra loro. Queste differenze tra approcci vengono esaltate per motivi commerciali, perché ogni approccio è spinto ad evidenziare la specificità del proprio ‘brand’, alimentando, così, la proliferazione di nozioni ultra-specialistiche, esposte contro altre nozioni, in teorie che lottano per la sopravvivenza commerciale e/o istituzionale.

Quella che potrebbe essere una ricchezza di prospettive, da mettere in costante dialogo, diviene una vera e propria guerra su chi ha veramente ragione, in termini astratti, razionali e competitivi, su di ‘te’, sulla ‘tua’ salute. 

Comunicazione e psicologia: cambiare paradigma

Ci troviamo, così, di fronte ad una babele di linguaggi, metodi, prospettive a volte antitetiche. A chi credere? Nel frattempo, ci si dimentica lo sfondo comune a tutte queste differenti visioni (la persona sofferente) e l’utilità, in termini di ricerca e progresso della conoscenza, del trovare possibili connessioni tra concetti diversi.

Ci si perde il ‘territorio’: ossia la realtà concreta di ‘chi’ vive un disagio mentale. La sua esperienza di salute e di malattia. In altre parole, la dimensione pratica del prendersi cura di sé. Dimensione che orienta e da stabilità concreta, perché aiuta a dare senso a quello che accade, a partire non da concetti astratti, distanti, ma dalla comprensione della situazione concreta che si sta, effettivamente, vivendo.

Quindi non ci limiteremo a riportare liste di sintomi, copiate e incollate dai manuali. La psicologia può essere il luogo privilegiato per dare senso alla nostra relazione con il mondo, con gli altri, con ‘noi stessi’ (ossia con il nostro corpo). Il luogo privilegiato per costruire una mappa che parta dalla situazione concreta che stiamo vivendo.

Per farlo, partiremo sempre dall’esperienza, staremo vicini al vivere effettivo, evitando ‘razionalismi’ ed ‘etichette astratte’, con l’intento di demolire i tantissimi pregiudizi che ruotano attorno alla salute mentale di tutti, producendo incomprensione e sofferenza. 

La mission di ‘Psicologia x Tutti’

Psicologia x Tutti nasce, essenzialmente, con l’obiettivo di:

  • fornire informazioni pratiche, utili, a ‘chi’ soffre di un disturbo mentale e/o a chi si trova ad aiutare una persona che vive un disturbo mentale attraverso un ‘manuale di sopravvivenza psicologica’: troverai articoli e podcast dedicati nel blog;
  • fornire informazioni scientifiche e filosofiche volte a favorire la collaborazione interdisciplinare tra professionisti differenti. La collaborazione, il dialogo tra punti di vista differenti, è fondamentale per affrontare problemi di salute complessi, che richiedono uno sguardo complesso, una Cura, un ‘Prendersi Cura’, articolato in diversi interventi specialistici, in diverse ‘cure’ coordinate tra loro nel tempo;
  • promuovere una ‘psicologia di base’ accessibile per tutti, una psicologia capace di fornire un primo, necessario, orientamento alle cure

Promuovere una cultura psicologica che metta al centro la persona in carne ed ossa, con la sua esperienza pratica e quotidiana di vivere, appare fondamentale. Fondamentale per potersi orientare nelle cure. 

Perché di malessere ce ne è tanto. E se il malessere non trova ascolto, non trova coordinate per essere arginato, gestito e affrontato, poi letteralmente esplode. E l’attuale sistema sanitario, di fronte ad un’emergenza divenuta sociale, risponde in modo rigido, con l’ambulanza o con i carabinieri.

Verso una ‘psicologia di base’ per affrontare i momenti di vita critici

Per evitare che questo accada, serve reale prevenzione. Serve una ‘psicologia di base’, specializzata sulle cure primarie per l’intero ciclo di vita, dall’infanzia all’età adulta. Una psicologia che abbia una particolare attenzione ai processi di crisi e transizione nel ciclo di vita e ai processi specifici che portano all’esordio di un disagio mentale.

Detto in termini più comprensibili, serve una psicologia esperta dei momenti di vita critici che tutti affrontiamo nel corso dell’esistenza. Una psicologia che prima che fare domande, sappia dare delle risposte valide sul come orientarsi in esperienze che sappiamo già essere critiche per tutti.

Su questi momenti di vita abbiamo tantissime informazioni utili, fondamentali per quel primo orientamento indispensabile per riprendere il controllo sulla propria vita e sulla cura di sé. Conoscenze comuni e trasversali a tutti gli operatori della salute mentale, che possono orientare, rassicurare, far sentire meno sole e ‘strane’ le persone in difficoltà.

Quali sono questi momenti di vita critici? Tutte le fasi di vita che richiedono grandi cambiamenti e necessità di adattamento: separazioni, lutti, lo  svincolo dai genitori e dalla famiglia, la maturità, le scelte di vita, il lavoro, le responsabilità, la genitorialità. Solo per citarne alcuni. Tutti passaggi decisivi, vissuti troppo spesso in solitudine e in modo individualistico.

Cambio di prospettiva

La psicologia come pratica, concreta, di cura e di auto-cura, è fondamentale per orientarsi in questi momenti, ma oggi purtroppo, é spesso attraversata da paradigmi scientifici che ci concepiscono come ‘cose’, al pari del pc o dello smartphone che abbiamo di fronte. Non ci concepiamo come persone, che vivono in una comunità, bensì come processi disincarnati, sistemi, software che devono risolvere problemi.

E nel momento in cui mi concepisco come una ‘cosa’, perdo totalmente la mia specificità in quanto essere umano. Mi astraggo e mi alieno da me stesso e dalla mia situazione di vita. Mi dimentico di essere un ‘chi’, con una propria storia, un proprio mondo, un proprio punto di vista sul mondo, che sta vivendo una situazione specifica.

Dimentichi della nostra base esistenziale, quella base che tutti condividiamo, semplicemente vivendola, prima di ogni riflessione o pensiero si di essa, non badiamo più alle connessioni con il mondo che ci tengono in vita. E ci affidiamo a forme più o meno evolute di ‘autocontrollo’, tutte accomunate da una approccio di controllo e diffidenza verso se stessi.

Attraverso varie discipline comportamentali, tecnologie, farmaci, droghe proviamo a gestire e modificare le emozioni che stiamo vivendo. Nel disagio mentale, queste emozioni, tuttavia, divengono incontrollabili. E i concetti che usiamo, seppur razionali, non ci aiutano a cambiare concretamente il nostro sentire, le nostre percezioni, il nostro agire. Sensazioni, percezioni, azioni connesse ad una situazione concreta, che rimane sullo sfondo, non vista, non raccontata, negata. Situazione concreta che genera i ‘cosiddetti’ sintomi, ossia percezioni, emozioni e comportamenti incomprensibili, automatici, di difficile gestione.

Tutto ciò viene favorito dal fatto che utilizziamo concetti troppo distanti dall’esperienza emotiva di vivere. Esperienza che ha la sua specificità. Il suo modo peculiare di esserci e coinvolgerci.

Metodologia

In queste pagine, verrà approfondita una psicologia, intesa come scienza dell’esperienza personale. Esperienza studiata in modo interdisciplinare, con tutte le discipline volte a dar senso all’esperienza quotidiana di vivere e alle sue complicazioni.

Psicologia x Tutti vuole fornire un metodo per cogliere la propria situazione di vita unica, specifica e irripetibile. Un metodo che ci aiuti a codificare, in modo autonomo, la situazione che stiamo vivendo, a partire da ‘chi’ realmente siamo in un determinato momento. Un metodo per rendere comprensibili percezioni, emozioni e comportamenti che mettiamo in atto e che ‘sembrano’ senza senso, se visti con gli occhi del senso comune.

Una psicologia che esce dal proprio ‘setting’ e si avvicina alla vita pratica delle persone, il vero orizzonte che definisce le possibilità e i limiti di ogni sapere specialistico. Orizzonte studiato con metodo, attraverso una prospettiva fenomenologica, ermeneutica e post-razionalista.

Fenomenologica, perché il disagio mentale si comprendeche attraverso un metodo ‘che riordina e fa conoscere quello che si manifesta nell’esperienza (fenomeno) percettiva o vissuta’, ricostruendo i vissuti emotivi e gli atti intenzionali, senza bisogno di teorie razionali e astratte, distanti dall’esperienza; 

Ermeneutica, perché la salute mentale di tutti noi dipende dalla nostra continua capacità di interpretare una realtà – ovvero quello che ci accade – che cambia in continuazione e di rispondere, in modo appropriato, a situazioni sempre più complesse, man mano che cresciamo.

Post-razionalista, perché il ‘razionalismo’ ha fallito. 

“Il razionalismo comprende ogni sistema o indirizzo filosofico che riconosca la ragione e l’attività razionale come fondamento e strumento essenziale o addirittura esclusivo della conoscenza e dell’acquisizione della verità.” Definizioni da Oxford Languages

Per il razionalismo cartesiano esiste una realtà esterna, oggettiva e indipendente dal mio modo di osservarla. C’è la res cogitans e la res extensa. Tuttavia, nell’ultimo secolo, questo paradigma è stato messo seriamente in discussione, sia dalle più recenti scoperte scientifiche (pensiamo alla fisica quantistica), sia da nuovi approcci epistemologici e metodologici nell’ambito della ricerca scientifica biologica e neurobiologica.  Dal punto di vista dell’esperienza concreta di vivere, il ‘soggetto’ semplicemente non è una ‘cosa’, separata dal mondo. Al contrario, nella nostra esperienza, ‘corpo’ e ‘mondo’ sono in strettissima connessione tra loro con confini tra i due molto labili e razionalmente sfumati.

Diversamente, per comprendere a pieno e affrontare i fenomeni legati al disagio mentale, bisogna mettere al centro le emozioni vissute, più che una razionalità ‘normativa’ (che ci dice cosa è normale e cosa no) astratta. Emozioni vissute in determinati contesti storici (di senso), in cui si attua l’intima connessone tra linguaggio (e teorie) ed esperienza.

Per fare vera cura e prevenzione, non ci servono, quindi, concetti astratti e ritratti impersonali, bensì un metodo per ricostruire e dare senso a storie molto personali, uniche, concretamente situate in un determinato mondo. E la possibilità di poterle ri-configurare, comprendendole meglio alla luce delle informazioni raccolte (e delle attuali conoscenze scientifiche).

C’è assoluto bisogno di mettere la scienza al servizio della comprensione di tali situazioni concrete, e non il contrario, come avviene adesso. Qui sta la rivoluzione. 

Per non concludere

Si proverà a fare tutto questo nel linguaggio più semplice possibile. Correndo l’enorme rischio di banalizzare. 

Per aiutare le persone ad usare bene parole che, se usate male, possono segnare una vita. Per non accontentarsi di una psicologia fatta di idee generiche e di risposte ‘copia e incolla’.

Buona lettura.

 

 

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